ISDE Italia News
A cura dell'Associazione Medici per l'Ambiente

Numero 89 (7 aprile 2006)

WORLD HEALTH DAY 2006 – HEALTH WORKFORCE CRISIS IS HAVING A DEADLY IMPACT ON MANY COUNTRIES’ ABILITY TO FIGHT DISEASE AND IMPROVE HEALTH, NEW WHO REPORT WARNS
On World Health Day, 7 April, 2006, the World Health Organization (WHO) is releasing “The World Health Report 2006 – Working together for health”, a comprehensive study of the global health workforce. The Report points to a severe shortage of health workers in 57 countries. This shortage is impairing provision of essential, lifesaving interventions such as childhood immunization, safe pregnancy and delivery services for mothers, and access to treatment for HIV/AIDS, malaria and tuberculosis. More than four million additional doctors, nurses, midwives, managers and public health workers are urgently needed to fill the gap in these countries, 36 of which in Sub-Saharan Africa. This shortage, combined with a lack of training and knowledge, is also a major obstacle for more systems as they attempt to effectively respond to chronic diseases, avian influenza and other health challenges, the Report finds. Seeking to draw the world’s attention to the urgency of this crisis, while recognizing the dedication and achievements of health workers everywhere, WHO Regional Office and local partners will celebrate World Health Day 2006 in activities around the globe.
Info:

MIGLIORA LA SITUAZIONE AMBIENTALE DELL'ITALIA? PERPLESSO IL WWF
La Relazione annuale sullo stato dell'ambiente lascia fortemente perplesso il WWF. "Per avere un bilancio complessivo occorre infatti esaminare i trend dei singoli settori e non commentare qualche dato disaggregato" ha dichiarato Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia. Infatti, per quanto riguarda i gas serra la questione cardine è quella delle loro emissioni, regolate dal
protocollo di Kyoto, in base al quale l'Italia si è impegnata per una riduzione del 6,5% rispetto al 1990 (403 milioni di tonnellate di CO"). Oggi siamo a + 12% circa, il che vuol dire che entro il 2012 dovremo tagliare le emissioni del 18,5%. Il Governo dunque non ha saputo contenere la crescita dei gas serra. Inoltre l'aumento del trend dei consumi (+ 4% negli ultimi 3 anni) ha
inevitabilmente provocato maggiore inquinamento urbano da traffico; il crescente numero di blocchi del traffico disposto dai comuni dimostra come il superamento dei limiti delle polveri sottili (MP 10) è progressivamente aumentato negli ultimi anni. Neanche il sistema di conservazione della natura non esce rafforzato in quest'ultima Legislatura: la Rete Ecologica Nazionale non è stata definita, la Carta per la Natura è ancora in fase di elaborazione, la Rete Natura 2000 non risulta avere un'efficace tutela e le procedure di infrazione nei confronti dell'Italia aperte per tali motivi lo dimostrano. Se poi gli stanziamenti economici sono indice di attenzione, si deve segnalare che gli investimenti nelle aree protette nel 2001 erano 62.491.000 euro e quelli previsti per il 2006 sono di 51 milioni di euro. Infine si è anche registrata una progressiva occupazione del suolo dovuta a espansione urbana, condono edilizio e sanatoria paesaggistica. Ad aggravare ulteriormente una situazione già di per sé compromessa il governo ha introdotto nella finanziaria 2006 l'autorizzazione alla costruzione di nuovi grandi poli turistici sulle fasce costiere.
Info:

PURTROPPO IL DECRETO LEGISLATIVO IN MATERIA AMBIENTALE E’ PASSATO
Dopo oltre 40 giorni dalla trasmissione da parte del Governo, un primo stop del Presidente della Repubblica e affrettate e marginali correzioni, è stato emanato il decreto legislativo “in materia ambientale”. Restano unanimi tutte le critiche, di metodo e di merito, della conferenza delle Regioni e delle Autonomie locali, per esproprio di competenze istituzionali, centralizzazione impropria, rovesciamento dei principi di cooperazione sussidiarietà; come del mondo scientifico, delle associazioni ambientaliste, sociali, e di gran parte di quelle economiche; delle opposizioni in parlamento: per eccesso di delega, stravolgimento di un quindicennio di riforme che avevano invece bisognosi “riordino, coordinamento e integrazione”; e per contrasto con diverse direttive comunitarie. A Camere sciolte e a meno di una settimana dalle elezioni, a fronte di un periodo di vuoto istituzionale fino all’insediamento del nuovo Parlamento e alla formazione del prossimo Governo, il decreto legislativo apre già nell’immediato una condizione di ingovernabilità dell’ambiente, aggravato ulteriormente (per acqua e suolo) dallo scioglimento delle Autorità di bacino, addirittura entro la fine del prossimo mese. Anche sul fronte al governo dell’ambiente diventa essenziale il cambio di direzione politica del paese per rendere possibile un immediato intervento normativo di sospensione dell’applicazione del Decreto Legislativo e rilanciare gli strumenti e le azioni del governo dell’ambiente e del territorio.
Info:

TERRA FUTURA, LA MOSTRA-CONVEGNO INTERNAZIONALE DELLE BUONE PRATICHE DI SOSTENIBILITÀ
Grande il successo della terza edizione di Terra Futura, mostra-convegno delle buone pratiche di sostenibilità, alla Fortezza da Basso a Firenze dal 31 marzo al 2 aprile. All’indomani della tre giorni, accanto alla soddisfazione per gli ottimi risultati dell’iniziativa a tutti i livelli, amareggia la conclusione dell’iter della legge delega sull’ambiente. Commenta Ugo Biggeri, presidente della Fondazione culturale Responsabilità etica: “Nonostante l’evidente attenzione dei cittadini rispetto a questi temi, come ha dimostrato la forte partecipazione ai convegni di Terra Futura, stupisce e ci trova increduli che sia passata una legge verso la quale già la Conferenza delle Regioni, gli enti locali, le associazioni ambientaliste, i sindacati, il mondo della ricerca e numerose categorie economiche, si erano pronunciati con un giudizio negativo, esprimendo notevoli perplessità e timori. Una legge che dalla sua stessa nascita è caratterizzata da un processo assolutamente non partecipato. Si rischia di tornare indietro di vent’anni in materia di politiche ambientali. E se da un lato questo ci dice quanto resti lungo il percorso da fare verso la sostenibilità, dall’altro ci sollecita ancor di più a rafforzare il coordinamento e i percorsi comuni”.
Info: area stampa; comunicato stampa n. 12.

IL 7 MAGGIO IN TUTTA ITALIA LA GIORNATA PER LA MOBILITA' E LA SICUREZZA STRADALE DEI BAMBINI
Bimbimbici 2006, la Giornata nazionale FIAB a favore della mobilità sicura e sostenibile dei bambini, è giunta alla sua settima edizione, e si terrà in tutta Italia domenica 7 maggio, anche se alcune città sposteranno la data per particolari esigenze locali.
Lo slogan di quest'anno è "Strade sicure per i bambini. Via le auto davanti alle scuole". Fabio Masotti, responsabile nazionale Fiab, è convinto che evitare che i genitori arrivino con le auto fin davanti le scuole sostando in doppia e terza fila quando accompagnano i loro figli o li vanno a prendere, contribuendo ad aumentare i picchi di traffico nelle ore di punta, sia un obiettivo possibile ed auspicato raggiungibile anche in Italia come lo è nel resto in Europa. Per questo Bimbimbici si propone di coinvolgere amministrazioni locali e direzioni scolastiche affinchè vengano realizzati interventi di limitazione della circolazione e di moderazione del traffico come importanti elementi di sicurezza stradale ed educazione alla mobilità sostenibile.
L'edizione di quest'anno è collegata a due importanti novità: Bimbimbici solidarietà e Club Bimbimbici. La prima riguarda una campagna di solidarietà "TO GO by Bicycle", finalizzata a raccogliere fondi destinati ad un villaggio del TOGO per l'acquisto in loco di biciclette utili alla popolazione per raggiungere con più facilità il più vicino paese dotato delle strutture indispensabili (come scuole e ospedale) e per assumere un meccanico locale per la manutenzione e la riparazione delle biciclette. Per questa iniziativa la FIAB si appoggia ad un'associazione di comprovata serietà ed esperienza nel campo della solidarietà. La seconda riguarda la possibilità per ogni bambino che si iscrive a Bimbimbici, di entrare a far parte del Club Bimbimbici, ricevendo dalla Fiab una pubblicazione annua per e dei bambini con indicazioni di iniziative specifiche.
Info:

FRONTE COMUNE CONTRO LA DEVOLUTION
Fonte: “Tempo Medico” del 23 febbraio 2006, articolo di Gianluca Bruttomesso.
La devolution in sanità? No, grazie. I sindacati della Medicina Generale sono perplessi riguardo alla norma che prevede l’attribuzione alle regioni della potestà legislativa esclusiva in materia di sanità; una norma che presto sarà nel mirino di un referendum confermativo capace di passare un colpo di spugna sull’intera materia. Forti dell’approvazione del testo legislativo da parte dei due rami del Parlamento, le regioni hanno tuttavia già espresso chiari orientamenti volti a decentrare poteri e indirizzi. Orientamenti che hanno spinto la Federazione italiana dei medici di Medicina Generale (FIMMG) a erigere barricate. Il sindacato non boccia la devolution, ma ne condanna la pratica. Insomma, sulla devolution in sanità è meglio andare con i piedi di piombo. La stessa posizione è presa dal Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (SNAMI). Gli effetti dell’attuale decentramento hanno origine nel passato.
Info:

LETTERA APERTA: PER IL DR. VITTORIO FELTRI, DIRETTORE DEL QUOTIDIANO “LIBERO”
Fonte: Notiziario di FIRENZE MEDICA – SIMeF, Anno IV – 2006 – N. 94.
Mario Falconi, Segretario generale nazionale della Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG) ha scritto una lettera al Dr. Feltri, Direttore di “Libero”, accusandolo di essere stato, durante la trasmissione “Matrix” di cui è stato ospite, grossolano e superficiale, lasciandosi andare ad affermazioni assolutamente non rispondenti a verità ed estremamente lesive della dignità e del decoro di tutti i medici di famiglia italiani. In rappresentanza dei 30000 medici aderenti all’Associazione da me diretta, Falconi fa notare che il consumo pro-capite di farmaci in Italia, soprattutto tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione che non ha eguali nel mondo, è uno dei più bassi tra i Paesi avanzati. E’ pertanto privo di ogni fondamento dipingere l’Italia come un Paese nel quale i cittadini “mangiano farmaci” prescritti da medici irresponsabili. I farmaci cosiddetti equivalenti, prima chiamati generici, sono stati introdotti in Italia da pochi anni, a differenza di altri Paesi europei quali Germani, Francia e Inghilterra e la percentuale di prescrizione, nonostante la diffidenza iniziale dei cittadini, è di tutto rispetto come hanno affermato più volte lo stesso Governo e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Affermare che tutti i farmaci in commercio, a parità di principio attivo e da chiunque prodotti, siano perfettamente la stessa cosa, è quanto meno azzardato; in ogni caso sostenere che tutti coloro che, in varie circostanze, non prescrivono farmaci equivalenti lo fanno per ”collusione” con l’industria farmaceutica, oltre che falso è violentemente lesivo della dignità professionale della stragrande maggioranza dei medici di famiglia italiani.